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Il Consiglio Regionale ENS Emilia-Romagna, in occasione della Giornata Mondiale dell'Udito, che ricade oggi 3 Marzo, desidera condividere pubblicamente qualche pensiero e riflessione di riguardo.

Noi Sordi, comunemente chiamati anche minorati e/o privi dell'udito, affrontiamo il tema con molta attenzione e delicatezza, se non con diverse difficoltà quotidiane (a seconda dei contesti e punti di vista), riteniamo doveroso esprimere la nostra riflessione sulla questione in essere.

Inizialmente scriviamo qui uno stralcio del rapporto mondiale sull'udito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che afferma "...quasi 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo, ovvero una su 4, avrà problemi di udito entro il 2050 e almeno 700 milioni di queste avranno bisogno di cure e riabilitazione.." e che secondo una recente indagini elaborate da studi sul settore, emerge che sono circa 7,5 milioni gli italiani che soffrono di ipoaucusia, corrispondenti al 12% della popolazione italiana (dato in aumento del 4,9% se consideriamo l’arco temporale che va dal 2012 al 2020) e che attraverso tali dati risulta possibile stimare che nel 2025 il numero di persone italiane che presenteranno disturbi e/o perdite uditive saranno circa 8 milioni e che potrebbero arrivare anche a 10 o 11 milioni entro il 2050: sono numeri che ci mettono seriamente in guardia e che dobbiamo affrontare il tema alla pari, con altre problematiche connesse allo status della disabilità.

Vi è una differenza tra l'UDIRE, il SENTIRE e l'ASCOLTARE, e proviamo ad illustare in modo semplice ed intuitivo:

- Udire si riferisce al "senso" dell’udito e ha lo stesso significato di percepire con le orecchie. Il termine udito è anche il participio passato del verbo udire, ma è un verbo poco usato nel parlato;

- Sentire invece fa riferimento all’azione di percepire non con le orecchie, ma anche con il naso, il tatto, o il corpo. Sentire è un verbo generico e si può usare descrivere sensazioni come caldo, freddo, odori, sentimenti, emozioni, e stati di animo o del corpo, o riferirsi al senso del tatto; un verbo che si usa spesso al posto di udire. Come nel sentire un rumore, dei passi lontani, ma anche sentire un odore, la morbidezza di una stoffa, una carezza, un brivido, il freddo, il caldo, un’emozione, un sentimento, o il profumo dei fiori. Chi sente potrebbe non capire e chi ascolta potrebbe percepire anche ciò che non è stato detto dall’interlocutore;

- Ascoltare significa prestare attenzione, pensare, e ragionare, ed è un processo attivo-cognitivo, basato sull’interesse e sulla concentrazione.

L’ascolto è la prima e più importante azione da imparare a migliorare per avere una capacità comunicativa e dei ottimi relazioni con il prossimo. Senza ascolto non ci può essere una comunicazione tra esseri umani. Più di una comunicazione: il parlato, il segnato e lo scritto. È facile sentire o udire ma è più difficile ascoltare perché l’abilità va coltivata con passione e nel tempo.

In poche parole, tutto quello che diciamo e impariamo nasce nel meccanismo di autocontrollo cervello-occhio-orecchio, e la nostra capacità di comunicare in una o più lingue si evolve a pari passo con la nostra capacità dal saper ascoltare e, nel proprio contesto fisico, poter sentire: bisogna coinvolgere la nostra mente per capire le nuove parole che vengono dette, quindi l’udito e le funzioni cognitive vengono coinvolti principalmente nell’azione di ascolto ed attivate solamente dopo di esso.

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, dice un proverbio, in questo caso il sordo ode perfettamente, non è che sia affetto dalla sordità del non "ascoltare” oppure non “sentire” le parole non chi gli stia parlando, e in questi casi non solo è un’offesa per il parlante, ma significa che non comprende bene di ciò che è stato detto.

Vogliamo che la "spinosa" questione dell'ascoltare o meno, venga interpretata nel miglior modo e che sia alla portata di tutti? Il teologo Gialal Al-Din Rumi cita "C'è una voce che non usa parole. ASCOLTA".

Da sempre Noi "diamo ascolto" a tutti Voi: chiediamo solamente di poter ricambiarci a tutti noi quanti, in un modo e l'altro.

Grazie per aver dedicato alla lettura del rpesente articolo e...buona riflessione.

Il Consiglio Regionale ENS Emilia-Romagna