Informiamo tutta la comunità sorda che il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Emilia-Romagna sede di Bologna ha riconosciuto il diritto di due alunni sordi ad avere l’assistente alla comunicazione esperto in LIS per tutte le ore di frequenza scolastica. 

Il caso riguarda due fratelli sordi, entrambi frequentanti la scuola elementare per un numero pari a ventisette ore di frequenza settimanale ,ed un piccolo Comune della Romagna, che aveva riconosciuto ad ognuno dei due fratelli sordi solo dieci ore di assistente alla comunicazione. 

Questo dopo che il GLO, Gruppo di lavoro operativo che si riunisce per valutare le peculiarità degli studenti che hanno bisogno di aiuti e sostegni durante l’attività didattica, aveva stabilito la necessità di predisporre una copertura totale, ovvero di 27 ore settimanali. Proposta che era stata ribaltata dal Tavolo tecnico successivo a cui partecipa anche il Comune, dove si era deciso per le dieci ore.

La battaglia dei genitori dei due fratelli, che hanno portato il Comune davanti al TAR, è finita con una vittoria. La decisione dell’Amministrazione è stata annullata dai giudici con la sentenza pubblicata il 12 aprile, dove hanno stabilito che la decisione del Comune è stata un errore. 

Per i giudici "la disponibilità dell’assistenza alla comunicazione deve essere qualificata come strettamente necessaria ad assicurare quel ‘nucleo invalicabile di garanzie minime’ che rendono effettivo il diritto fondamentale tutelato, il quale non può essere finanziariamente condizionato in termini assoluti e generali".

Per il Tar la vicenda dei due fratelli sordi va trattato come caso a sé stante, tenuto conto che ogni situazione relativa a bambini disabili va considerata come unica. Dunque se da una parte è lecito l’appunto del Comune, ovvero il richiamo alla limitatezza delle risorse a disposizione, come puntualizzato anche dalle norme in materia, nel caso specifico il Tavolo che doveva esprimersi sulla copertura in ore dell’assistente alla comunicazione ha sbagliato. "Il Tavolo – scrivono i giudici –, legittimamente costituito per individuare il punto di mediazione tra esigenze scolastiche e finanziarie, avrebbe dovuto riconoscere la particolarità della disabilità degli alunni in questione, escludendo la possibilità di ridurre il numero delle ore di assistenza che ha, di fatto e in concreto, leso il diritto dei due fratelli sordi all’accesso alla scuola, incidendo negativamente sul nucleo invalicabile di garanzie minime per rendere effettivo il diritto allo studio e all’educazione costituzionalmente garantito. Il quale non può essere limitato o comunque ridotto, neppure per motivi di ristrettezze di bilancio".

Non possiamo che accogliere con favore questa sentenza del TAR Emilia Romagna, che oltre a ristabilire il prioritario diritto allo studio degli alunni sordi, riconosce l’importanza fondamentale di un’adeguata copertura oraria degli assistenti alla comunicazione per garantirlo.